Fondazione CRT rinnova l’impegno per il Distretto sociale dell’Opera Barolo

La Fondazione CRT e le istituzioni piemontesi hanno rinnovato il proprio impegno a favore del Distretto Sociale dell’Opera Barolo: è stato infatti sottoscritto nei giorni scorsi il protocollo che riconferma fino al 2023 l’accordo siglato per la prima volta nel 2017 per «dare valore» all’insieme delle attività di welfare che sono ospitate nel Distretto Barolo a Torino. La cerimonia di sottoscrizione è avvenuta  “a distanza” a causa della pandemia: il Presidente Giovanni Quaglia ha apposto la propria firma in rappresentanza della Fondazione CRT.

Gli obiettivi del Patto sono, tra gli altri, la sperimentazione e l’adozione di nuove forme di welfare con governance pubblico-privato; l’introduzione di funzioni di progettazione e coordinamento tra servizi sociali, sanitari, del lavoro e della formazione per semplificare l’accesso da parte dei cittadini svantaggiati, realizzare sinergie e ridurre la frammentazione; la generazione di valore sociale, economico, culturale e relazionale con interventi di cui sia possibile misurare l’efficacia e l’impatto sul territorio.

Al momento nel Distretto Sociale dell’Opera Barolo, tra via Cigna e via Cottolengo a Torino hanno casa quattordici tra le associazioni e gli organismi più impegnati nel sostegno ai cittadini torinesi fragili: dall’Ufficio Pastorale Migranti della Diocesi all’ambulatorio medico Camminare Insieme, da Casa Cilla, che accoglie le famiglie con bambini in cura al Regina Margherita, all’Housing Giulia, che ospita nuclei in difficoltà abitativa. Ciascuna realtà ha una propria autonomia operativa: ma se si guarda all’insieme delle attività è facile accorgersi come la «somma» sia qualcosa di ben diverso da ciascuno dei fattori. Perché nel suo insieme il Distretto rappresenta un importante polo sociale per la città intera, concentrando in una porzione omogenea di territorio opportunità che è difficile trovare riunite e accessibili, con la consapevolezza che proprio in un «distretto di servizi» è possibile dare forza a un progetto sociale che sia in grado di servire le fasce deboli della popolazione, in tempi in cui la fragilità – economica, sociale, culturale – è purtroppo sempre più diffusa. Ancora: l’intesa fra enti e soggetti diversi dichiara una volontà comune di servizio, al di là delle diverse competenze.

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